Piemontesità #maiunagioia
Prendo spunto dalla newsletter di Francesca Marano Cohen: “Romagna state of mind”–
“la cosa però che mi ha sempre colpita di più della mia città-Torino-, da bambina provinciale e da liceale annoiata, è sempre stata l’aria di understatement, di cortesia un po’ forzata, dei miei concittadini. Per dirla con un hashtag, #maiunagioia. “
A cui io aggiungerei la tendenza dell”Uhmiiimii” (che ti carica d’ansia ad ogni iii pronunciata) seguita dal: ma devi proprio (fare questo)? Ma è necessario? Ma sei sicura? (immaginatelo detto in piemontese e l’ansia salirà a palla), altrimenti detta: voglio vivere una vita de merde, di privazioni e sacrifici, mortificandomi, e se mi capitasse una qualche fortuna, GUAI a ostentarla, perché QUI non si fa”. Mi sono spesso chiesta: ma sarà una tendenza del Nord, in special modo dei piemontesi? Secondo me SI’.
Forse dovrei trasferirmi in Romagna, dove le colleghe di Francesca:
“sono delle grandi lavoratrici che però evidentemente hanno capito ben prima di me che si può fare tutto senza mortificarsi. Quindi avanti con lo smalto rosso (dicono che sia molto spalato, non sono convinta di aver capito cosa voglia dire), avanti con le scarpe con il glitter, avanti con gli aperitivi in centro dopo il lavoro, ecc…”
Qui (in Piemonte e peggio ancora nella ridente&sfigata cittadina #pinerolo) #maiunagioia dovrebbe essere scritto all’ingresso della città.
Perché: GUAI ad andare a prendere un’aperitivo dopo il lavoro, specialmente se sei DONNA: i tuoi ti guarderebbero male (perchè una donna sposata e con figli deve andare a fare l’aperitivo con le amiche)?, il marito/compagno arriverebbe sperso a casa visto che non c’è nessuno a cui chiedere (ogni giorno, da dieci anni) “Cosa c’è da mangiare? IO ho fame!”, i conoscenti che ti vedono al bar sarebbero subito portati a pensare: “Questa, se sta al bar alle 19 di sera, vuol dire che si è separata… per forza!” e mi fermo anche se potrei continuare per molto tempo.
Ora, io dico, viviamo in un’epoca frenetica, pressati da nevrosi quotidiane, facciamo un bel respiro e… RILASSIAMOCI, prendiamo la vita con più leggerezza, divertiamoci quando possiamo, buttiamo nel cestino la mentalità tutta piemontese del falso e cortese, del mortificarsi a tutti i costi, ma andiamo a festeggiare quando ci accade una cosa bella, condividiamola, impariamo a goderci la vita, pur sapendo che non andrà mai tutto a meraviglia, ma #chissenefrega.
Alla luce di ciò, è da un anno che ho focalizzato come sia importante PER ME (piemontese doc ATIPICA perché vivo a Pinerolo da una vita, ma con la testa sono sempre altrove, e, appena posso, SCAPPO), circondarmi di persone positive, aperte al mondo, con interessi a me affini, sia nel lavoro che nelle amicizie, per poter dare il meglio (e non il peggio) di me.
P.S. Francesca mi ha riportato alla memoria le mie estati di bambina anni ’80, trascorse proprio in Emilia Romagna: le più divertenti di sempre, tra balere all’aperto, piadine consumate a sera tarda dopo il giro sulle macchinine, la pensione di Viserba e quella di Viserbella, il gelato al Puffo, le lunghe spiagge dove toccavi sempre, quel clima umido e quella gioia di vivere che rincorreva una mazurca e poi un’altra e un’altra ancora e tu non potevi fare a meno di ballare, anche se non conoscevi un passo.
Da quando ho letto questo post non ho smesso di sorridere!
Sono una piemontese scappata altrove per “senso dell’amore”, come te amo viaggiare in lungo e in largo, e a volte mi fermo a pensare “se ritornassi a vivere in Piemonte, come sarebbe?”
La risposta me l’hai data tu: tutto il mondo è paese.
Uhmiiimiii (con forte accento piemontese)
Ahahahaha, mi raccomando, con forte accento piemontese, neh?
Bello il tuo sito! Sì, tutto il mondo è paese. Forse solo a NY le cose vanno in modo diverso- ed è lì che tornerò, prima o poi, a scrivere il mio secondo romanzo.
A presto!