La vera vacanza per me?
E’ poter scrivere in santa pace circondata dal silenzio, e come unico compagno il ticchettio dell’orologio alla parete. Per fortuna ho trovato il posto ideale nell’ufficio di Romina, che, essendo al mare, l’ha prestato a me.
Così ho avuto la conferma di quanto pensassi… la casa, specialmente per una donna, è il posto peggiore per scrivere, luogo di dispersione perenne con tentazioni da massaia a ogni angolo (leggi: faccio solo la lavatrice, magari metti su gli zucchini, guarda che briciole, aspetta che passo l’aspirapolvere, tanto ci metto solo un minuto e via dicendo…)
ph just me
Come invidio Jane Austen e Virginia Woolf che, oltre ad avere avuto una stanza tutta per sé, avevano anche la governante a sbrigare le odiose faccende di casa e a cucinare.
«La sola cosa che potevo fare era offrirvi un punto di vista: se vuole scrivere romanzi, la donna deve avere del denaro (per essere libera e pagare la governante, aggiungo io) e una stanza tutta per sé». Così scriveva, per l’appunto, la Woolf nel 1929.
Leggete l’interessante recensione del libro, pubblicata sul blog di Emanuela Catalano che sintetizza in modo illuminante: “perché per scrivere è necessaria la serenità che solo l’indipendenza economica (e mentale!) reca con sé.”
Sempre rimanendo in argomento ripropongo il mio pezzo, pubblicato su www.donnareporter.it “Donne nell’ombra, ovvero che fine fa Stephen King senza la moglie?”.
Già… che fine fa?
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