Granieri: “Impariamo a vivere l’accelerazione” @plurale.net
Due settimane fa mi è capitato di leggere questa intervista di Edoardo Poeta su plurale.net a Giuseppe Granieri ed ho pensato che avrei dovuto riportarla qui, perché è illuminante e mi ci ritrovo assai.
[sociallinkz]Saper leggere i segnali deboli
Sei un praticante del “predictive thinking”. Chi del domani ha fatto una professione – come David Pescovitz, direttore di ricerca all’Institute for the Future – è arrivato ad affermare che parlare del futuro «ha a che fare più con la provocazione che con la predizione». Provocare non significa solo “sfida”, o invito a riflettere, ma è pure “causare” dei cambiamenti. Riflettere sul futuro è dunque anche indirizzarne o, quanto meno, condizionarne lo sviluppo? Oppure è solo cercare di scorgerlo?
«Io non credo sia una questione di predizione, né di provocazione. I fatti sono semplici. Il presente oggi è molto veloce e se vuoi lavorare – o continuare a lavorare – devi tenere conto del fatto che le decisioni che prende oggi una qualsiasi organizzazione (dall’industria culturale alla manifattura) hanno bisogno di tempo per essere applicate. E in questo tempo lo scenario può essere cambiato.
Il “pensiero predittivo”, come lo intendo io, è semplicemente tener conto di questa realtà. E non ha nulla di mistico o di visionario. È semplice prassi: imparare a leggere i segnali deboli, abituarsi a capire che gli scenari semplici, sui problemi complessi, sono sempre sbagliati. Eccetera.
Mestiere, insomma. Non genio o fantasia. Solo mestiere».PROSEGUI A LEGGERE QUI