Quella craffa napoletana…
L’altro giorno sono andata a pranzo da I Fratelli La Bufala (pizzaioli emigranti), in via Barbaroux a Torino, perché avevo proprio voglia di pizza.
Ovviamente ho preso una margherita con mozzarella di bufala, e, visto che al mattino ero stata da Buster, deliziandomi con un donuts con glassa alla fragola e caffè americano, avrei potuto chiudere il pranzo con un caffè napuletano e finita lì.
Invece, dopo averci portato via il piatto, si avvicina sornione il proprietario (o gestore), esordendo con: “Un dolce… ce lo facciamo?” Eh, non sia mai che io finisca un pasto fuori casa, senza dolce. Distinguendomi sempre come la drogata di dolci, ho risposto “Perché no? Io lo prendo… cosa mi consiglia?” e lui, di rimando, “Come faceva da bambina?” “No guardi, io ho avuto un’infanzia un po’ sfigata, fino ai 13 anni non ho potuto toccare nemmeno una brioche, causa acetone, quindi da bambina non facevo proprio nulla.”
“Allora le faccio preparare io una cosa che le piacerà di sicuro.” Va bin… faccia così.
Dopo 10 minuti, in cui ciacolavo con le amiche, vedo arrivare il giovane cameriere con un piatto, sul quale era posata una craffa calda, ricoperta di zucchero, con al centro ricotta e panna montate assieme e, a lato, una colata di Nutella. Da svenire per una crisi glicemica, già solo al primo sguardo. Non vedevo l’ora di assaggiarla… MA, non mi avevano portato forchetta e coltello. Volutamente, perché il signore, voleva che la mangiassi con le mani, “come si faceva da bambini”. Okay, ci ho provato, poi dopo pochi minuti sono andata a prendermi le posate.
Però, ottima, non c’è che dire. Ve la consiglio nei momenti di malinconia per tirarvi su il morale.
[sociallinkz]